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Getsemani

Getsemani

E inginocchiatosi, pregava: "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà".Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. 

(Lc 22, 41-43)

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    Tutti i Vangeli canonici riferiscono la posizione del podere in cui Gesù si ritirò una volta terminata l’Ultima Cena: uscì e andò, come al solito, al Monte degli Ulivi (Lc 22,39), al di là del torrente Cedron (Gv 18,1), e arrivò con gli Apostoli a un luogo chiamato Getsemani (Mt 26,36; Mc 14,32). Si trattava di un giardino dove c’era un frantoio per estrarre l’olio, questo è il significato del nome, che si trovava fuori dalle mura di Gerusalemme, a est della città, sulla strada per Betania.

    L’episodio rappresentato ricalca la narrazione evangelica di Luca. Mentre Pietro, Giovanni e Giacomo riposano poco lontano, Gesù prega e soffre “fino a sudare sangue”, perché avverte ormai imminente il compiersi della Parola. Finché ecco apparire un angelo dal cielo a consolarlo.

    Il Gruppo, realizzato nel 2009 dal laboratorio Malecore/Papa di Lecce, interpreta tutta la potenza emotiva della scena. L’angelo esprime, nel gesto di offrire l’amaro calice della Passione a Gesù, tutta la compassione per la tragica fine che attende il Maestro e Gesù stesso manifesta una profonda e consapevole serenità.

    Accettando senza resistenza il sacrificio che il Padre Celeste esige, salverà l’umanità dalla schiavitù del peccato.

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