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La Crocifissione
  • La Crocifissione

    Erano le nove del mattino

    quando lo crocifissero. 

    E l'iscrizione 

    con il motivo della 

    condanna diceva: 

    "Il re dei Giudei". 

    (Mc 15, 25-26)

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      La scena del Vangelo è tra le più toccanti per la crudeltà dell’operazione dell’inchiodatura del condannato. Gesù venne steso sulla croce senza che i suoi carnefici trovassero resistenza, ma ugualmente lo immobilizzarono, poi piantarono i chiodi. Era spaventoso per la Madre. Ogni colpo trafiggeva anche lei. Poi la croce venne calata in un buco nel terreno e fissata con pietre. Insieme ai colpi di martello che inchiodano Gesù, risuonano le parole profetiche delle Scritture: “Hanno forato le mie mani e i miei piedi, posso contare tutte le mie ossa. Essi mi guardano, mi osservano” (Salmi 21, 17-18).

       

      Il Gruppo originale realizzato nel 1931 dalla Bottega Malecore di Lecce andò distrutto intorno agli anni cinquanta a seguito di un incendio sviluppatosi presso l’Istituto Salesiano in cui era custodito. Quello che oggi viene portato in processione è stato ricostruito, fedele all’originale, a cavallo tra il 1988 e il 1989 da Antonio Malecore. La scena si svolge sul Calvario, luogo delle esecuzioni, appena fuori le mura di Gerusalemme. Gesù viene steso sulla croce da due giudei, e, mentre uno di essi gli tiene ferme le gambe, l’altro gli inchioda la mano destra. 

      Ricca di drammaticità ma pulita la scena. Cristo, con il corpo martoriato, ha gli occhi rivolti al cielo quasi a cercare un contatto visivo col Padre: “Son proceduto dal Padre e son venuto nel mondo; di nuovo io lascio il mondo e vo al Padre.” (Gv 16, 28)

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